Scuola secondaria di I grado

Il 2 Maggio, presso la sede di via Pintus, gli alunni della 2^A della Scuola Secondaria di I grado hanno affrontato, guidati dalla prof.ssa Satta, il delicato tema del Femminicidio. Invitati nell’arco delle settimane precedenti ad approfondire una tematica così complessa nei suoi vari aspetti, attraverso la lettura e la ricerca, i ragazzi hanno poi presentato alla classe i propri lavori con i quali hanno cercato di dare significato all’incomprensibile e un volto alle tante vittime di questa inaccettabile brutalità.

Il dibattito che si è aperto durante il laboratorio ha visto una attenta partecipazione e tanti spunti di riflessione sulla violenza di genere che sfocia troppo spesso nell’omicidio da parte di un uomo che nella maggior parte dei casi non accetta di essere lasciato o non riconosce le libere espressioni della donna considerata come una sua proprietà.

Lorenzo ha ricordato che solo “lo scorso anno le vittime di Femminicidio sono state 120, una ogni tre giorni” mentre Davide e Chiara hanno focalizzato la loro attenzione sul termine, “un neologismo che identifica i casi di omicidio in cui una donna viene uccisa per motivi basati sul genere” e che fa emergere una realtà fatta ancora di pregiudizi e di casi in cui questa violenza subdola viene esercitata con l’assoggettamento fisico e psicologico sulla donna.

Riccardo ha quindi definito il Femnminicidio e la violenza sulle donne una “violazione dei Diritti Umani” caratterizzata da privazione della dignità e della libertà della persona. Vittime e carnefici in un gioco delle parti che sembra ripetersi sempre allo stesso modo, sottolinea Matilde, che nella sua ricerca prova a indagare l’aspetto psicologico e tracciare un identikit dei carnefici e delle vittime.

Come ci ricorda Stefano, sono tante le associazioni che proteggono e aiutano le donne vittime di violenza e negli ultimi anni si sono realizzate anche delle applicazioni per telefonino come l’App BSafe che permette di chiedere aiuto e trovare la salvezza solamente premendo un tasto. Sono così tante le vittime e le storie che affollano quelle slide, volti sorridenti e storie di inconcepibile brutalità: Dina Dore, Floriana Bifulco, Noemi Durini, Tiziana Pavani, Annamaria Chesi, Sara di Pietrantonio e tante altre.

La mattinata si è conclusa così. Con la sensazione che questi piccoli “adulti” abbiano la nuova consapevolezza che l’unica soluzione alla violenza è il riconoscimento dell’altro, del rispetto profondo dell’altrui libertà anche quando questa possa significare essere rifiutati o perdere qualcosa.

“Prof. a me interessa molto questo argomento, vorrei continuare a studiarlo”.

“Certo cara, continueremo sempre a parlarne e tu se vuoi puoi fare un percorso speciale tutto tuo per trovare tutte le risposte che cerchi”

Articolo scritto da Federica Satta