Convittori e Convittrici

”Date alle donne occasioni adeguate ed esse possono fare tutto” così recita la frase di Oscar Wilde sulla grande torta con lo stemma del Convitto. In basso due date 2008 – 2018.

E sì, sono passati solo 10 anni da quella fatidica data in cui le ragazze sono entrate al Convitto, eppure le battaglie, perché ciò avvenisse, sono durate secoli!

Il Convitto Nazionale è un'istituzione che ha permesso, dall'unità d'Italia in poi, per circa un secolo, la frequenza dei licei agli alunni dei piccoli centri periferici, permettendone così anche l'accesso all'università; ha visto la sua funzione integrarsi, in seguito al cambiamento della situazione sociale e a una più agevole mobilità con i mezzi pubblici e privati, con un’offerta formativa più completa e a volte esclusiva (si pensi al liceo scientifico con opzione cinese attualmente in corso).

La frequenza dei Convitti era però, fin dalla loro istituzione, riservata solo ai maschi. Dapprima perché non si riteneva “utile e indispensabile” investire sull’istruzione e formazione femminile, se non per ciò che concerneva la scuola primaria e/o l’utilizzo “dell’ago e del filo”, poi, successivamente, dopo decine di anni, si pensò che fosse cosa buona e giusta istruire perlomeno le donne delle famiglie nobili, che potevano avvalersi degli Educandati Femminili (inizialmente gestiti esclusivamente dalla Chiesa). Gli Educandati avevano la stessa funzione dei Convitti maschili, anche se lo scopo prioritario dell’istruzione femminile, era di dare un valore aggiunto alla fanciulla in cerca di marito!

Gli anni si susseguono… i secoli si rincorrono e oggi Convitti ed Educandati continuano a coesistere senza alcuna distinzione sullo scopo ultimo della formazione dei ragazzi e delle ragazze. Ossia: SAPERE e DIVENTARE.

Certo, questa è una storia affascinante ma forse antica! E allora come è possibile che solo nel 2008,  in diversi comuni italiani e a Cagliari nello specifico, non era ancora consentito l’accesso al Convitto alle ragazze?

In questa storia recente non c’entrano i movimenti femminili per la lotta al riconoscimento dei diritti delle donne e neanche la seppur ammirabile Malala Yousafzay, premio Nobel che combatte per i diritti delle donne e l’istruzione femminile.
Si tratta di qualcosa di più semplice, di decisioni rinviate decine di volte, di organizzazioni articolate da mettere in atto, di dubbi e domande che il cambiamento porta sempre con sé, prima fra tutte: come far convivere queste adolescenti in una struttura di impronta e organizzazione prettamente maschile? 

Questa è la storia del coraggio e della tenacia che contraddistingue l’animo sardo!

Dagli inizi degli anni 2000, si facevano sempre più pressanti le richieste delle famiglie di giovani ragazze dell’entroterra sardo che volevano studiare a Cagliari e godere dell’opportunità offerta dal Convitto. Per una questione prettamente organizzativa e logistica, l’idea di aprire un Convitto Femminile sembrava essere ancora lontana dalla sua realizzazione.

Ma nel 2007 l’allora rettore Piero Porru cominciò a valutare la possibilità concreta di aprire il Convitto Femminile. Nonostante le difficoltà, si disse: ”niente cambia, se non cambi niente” !

Cosi’, grazie al supporto e alla totale disponibilita’ del team degli educatori di via Pintus e via Manno, cominciò una serie di valutazioni sulla fattibilità del progetto.

Predispose la struttura e individuò una prima squadra di 5 educatrici al fine di poter garantire, nell’arco delle 24 ore, il supporto necessario alle giovani studentesse che si accingeva ad accogliere la storica sede di via Manno.

E così nel 2008, le prime 13 ragazze facevano il loro ingresso al Convitto Nazionale. Tredici adolescenti piene di speranze e aspettative. Arrivavano, alcune per la prima volta a Cagliari, dai paesi sparsi per la Sardegna: Narcao, Sadali, Iglesias, Escalaplano, Ballao, Castiadas, Santadi, Domusnovas. Quelle piccole donne, timide e un po’ impacciate, con i grandi occhi della nostra terra quasi nascosti dai lunghi capelli scuri, ancora non potevano immaginare d’essere proprio loro le attrici di questo importante cambiamento!

Che avventura quel 2008! E quante ancora si sono susseguite negli anni!

Oggi il Convitto Femminile ospita 45 ragazze guidate da 6 educatrici, alcune di loro fanno parte del gruppo storico, altre sono arrivate successivamente. Tutte insieme formano un team di grande valore che è stato capace, in questi anni, di educare, guidare e supportare, centinaia di ragazze nell’età più critica della loro vita.

Quelle piccole grandi donne che proprio ieri, 7 dicembre, ricordandosi il compleanno del Convitto Femminile, hanno voluto organizzare una festa per le loro educatrici e i rettori che si sono susseguiti, supportandole e accogliendole come buoni padri di famiglia.

Ed eccole lì: studentesse universitarie, insegnanti, architetti, psicologhe, mamme felici.  Chi vive ancora a Cagliari e chi prosegue la propria vita fuori dalla Sardegna in cerca della propria strada. Tutte lì, emozionate mentre l’ex rettore Piero Porru e l’attuale rettore Paolo Rossetti consegnavano loro gli attestati di gratitudine. Commosse, mentre una delle storiche educatrici  dedicava a tutte loro una stupenda poesia. Divertite e nostalgiche nel ricordare i momenti trascorsi insieme.

Eppure, dopo tanti anni, ancora con quegli occhi lucenti di chi ha voglia di arrivare in cima al mondo! Chissà se sarebbero diventate così fiere, mature e indipendenti, senza questa magica esperienza che solo il Convitto ti fa vivere!

Alle educatrici del 2008, Fernanda Lecca, Barbara Rotondo, Annalisa Messina, Graziana Salis, Fatima Lorrai,  l’ex rettore Piero Porru e l’attuale rettore Paolo Rossetti hanno consegnato una splendida pergamena in cui si legge la profonda ed eterna stima per il lavoro svolto.

Alla fine della serata, tra brindisi e grida di gioia, il rettore Paolo Rossetti, visibilmente soddisfatto, ha ringraziato con un abbraccio simbolico, tutte le educatrici che sono passate per il convitto femminile, fino all’ attuale team composto da Stefania Lilliu, Virna Lisci, Alessandra Carbognin, Fernanda Lecca, Barbara Rotondo e Annalisa Messina, e ha commentato così la serata: <E’ stato un bellissimo evento, da cui si evince il vero valore e lo scopo raggiunto del Convitto>.

SCOMMESSA VINTA RAGAZZE!!