E siamo arrivati all’ultimo appuntamento teatrale in assoluto per questo anno scolastico 2022/2023 per i giovani fruitori del Convitto.
Accompagnati dagli educatori Barbara Rotondo e Alberto Usai, i ragazzi hanno assistito alla performance di Emilio Solfrizzi nella sua interpretazione de “Il malato immaginario” di Molière, rappresentato al Teatro Massimo mercoledì 19 aprile alle ore 20,30.
Il protagonista ha coinvolto la platea con la sua bravura di attore acclamato di teatro, di cinema e del piccolo schermo; il suo umorismo e la sua comicità hanno catturato tutto il pubblico che ha amato da subito l’ipocondriaco Argante, timoroso più di affrontare la vita che di scampare alla morte, pronto a dare ascolto a presunti medici e a utilizzare improbabili modalità di cura, di cui lui stesso sembra dubitare e che imbrogliano la sua capacità di giudizio.
I ragazzi hanno riso e apprezzato l’opera di Molière grazie anche ai vari interpreti che hanno circondato Solfrizzi, primo fra tutti la simpaticissima serva contrapposta al protagonista con il suo buon senso e la sua capacità di essere pratica e razionale, insieme ai vari medici e alle altre figure femminili che hanno tenuto alta la vivacità della commedia.
I ragazzi così commentano.
“Uno spettacolo molto simpatico, con un finale che mi ha spiazzato, nel senso che non me lo aspettavo perché è stato più serio rispetto al resto dello spettacolo.” Davide
“Lo spettacolo mi è piaciuto veramente molto. Ho trovato la prima parte un po’ più coinvolgente, era più comica, più divertente; invece la seconda aveva molti più pezzi seri. È stato abbastanza facile da seguire; i personaggi erano interessanti.” Sofia
“Lo spettacolo è stato molto molto bellino, soprattutto la prima parte, era fantastica, divertente, da ridere, mentre la seconda era molto più seria; gli attori bravissimi, i personaggi femminili, soprattutto la serva, fantastica, il mio personaggio preferito in assoluto.” Miriam
"È stato uno spettacolo stupendo, molto comico e divertente, alcune frasi avevano un significato denso. Sotto sotto c’era una riflessione sul ruolo del medico; più che altro io ci ho visto un pensiero della mente umana, per cui quando un uomo è talmente tanto convinto di una cosa quella accade, prima o poi. Ed è stata bella anche la parte in cui lui era morto e le persone hanno detto quello che veramente pensavano, si sono tolte la maschera. La comicità comunque ha superato tutto!” Sara
“Mi è piaciuto molto lo spettacolo. È un’opera un po’ insolita; non si vedono molte rappresentazioni di questo genere così umoristiche, comiche. In certe situazioni la comicità poteva essere addirittura ridondante e rallentava un po’ la storia, ma forse era proprio questo l’intento, ossia di concentrarsi sull’equivoco, sull’assurdo, senza delineare precisamente le vicende. Si va a pescare dagli stereotipi, ma comunque l’opera rimane piacevole e non banale, rendendo la serata allegra, leggera e spensierata.” Leo
Un finale di stagione tutto da ridere quello di ieri sera con note di riflessione per i nostri convittori.
Il bilancio per questa ennesima edizione del progetto “Il Convitto a teatro” è molto positivo; noi referenti siamo soddisfatti della risposta entusiasta dei ragazzi di fronte alle varie tipologie di rappresentazioni loro proposte (balletto, musical, opera lirica, prosa) e ci auguriamo, pertanto, che siano ugualmente curiosi, interessati e numerosi anche il prossimo anno.
Articolo scritto dalla referente del progetto Barbara Rotondo.