Convittori e Convittrici

Ancora un appuntamento teatrale per i ragazzi che vivono al Convitto, i quali hanno assistito alla intensa performance di Remo Girone nel “il cacciatore di nazisti” giovedì 2 febbraio alle 20,30 al Teatro Massimo di Cagliari, accompagnati dai referenti del progetto Barbara Rotondo e Alberto Usai.

Rappresentazione attesissima dai ragazzi che, fin dal primo invito a parteciparvi, hanno aderito sensibili e curiosi, probabilmente sollecitati anche dall’avvicinarsi del Giorno della Memoria.

Il protagonista ha interpretato con maestria la incredibile vita di Simon Wiesenthal, ingegnere e scrittore austriaco di origine ebraica, morto novantasettenne circa vent’anni fa, che sopravvisse all’Olocausto e dedicò il resto della sua esistenza a dare letteralmente la caccia ai criminali di guerra nazisti che purtroppo ben conobbe.

Immerso in un palcoscenico caratterizzato dalla presenza di scatoloni pieni di documenti e scritti di vario genere, con alle spalle appesa una divisa delle SS insieme a innumerevoli occhi di prigionieri ebrei e, calate dall’alto, alcune loro caratteristiche casacche a righe, Remo Girone ha saputo creare un ambiente di grande attenzione e pathos.

Un’ora e mezza di monologo, forse un pochino lungo per qualche ragazzo, ma per i più, interessante e coinvolgente poiché ha permesso loro di entrare in modo quasi realistico nel racconto del protagonista, sollecitando nelle giovani coscienze un forte sdegno insieme a una pesante condanna degli orrori ricordati.

Fine ultimo e vero insegnamento dello splendido spettacolo è stato quello di dare voce alle milioni di vittime che gridano alle generazioni future e soprattutto ai giovani di non dimenticare, di ricordare affinché non si verifichino mai più tali crimini contro l’umanità.

I nostri convittori, di età che varia dai 15 ai 18 anni, hanno così commentato, regalando impressioni diverse fra loro e tutte interessanti.

Uno spettacolo molto crudo e senza filtri che, nonostante i pochissimi elementi scenici, è riuscito a farmi emozionare.

Molto bello e interessante. Bravo l’attore Remo Girone che già conoscevo e stimavo in precedenza.

Sicuramente delicato come tema; è stato reso molto bene dall’attore nel monologo ed è stato molto toccante.”

Mi è piaciuto molto, ha toccato molti argomenti ed è stato immersivo; forse un po’ lungo.”

Da un certo punto di vista l’ho trovato un pochino noioso perché non sapevo sarebbe stato un monologo; immaginavo ci sarebbero stati più attori e interazione fra i personaggi. Ho comunque apprezzato l'enorme bravura dell'attore per aver recitato da solo tutto il monologo. Molto profondo l'argomento ed esposto in una maniera chiara e riflessiva.

L’argomento affrontato era molto interessante e appassionante anche perché si tratta di avvenimenti realmente accaduti e anche molto pesante, forte; un monologo forse annoia un pochino ragazzi come noi. E’ stato trattato molto bene e con la giusta serietà.”

Lo spettacolo è stato molto suggestivo e ha offerto un punto di vista diverso sulla Shoah, quello della punizione che spettava ai nazisti dopo la guerra; è stata sottolineata l’importanza di ricordare anche dopo generazioni. Mi ha coinvolto molto nonostante fosse solo un monologo; sembrava di vedere altri attori sul palco, come i fantasmi di cui si parlava.”

Una cosa che mi ha molto stupito è stata la bravura dell’attore nel ricordarsi un discorso così ampio a memoria. Ne ha fatto un’interpretazione perfetta e credo che ci voglia molta pratica per recitarlo interamente. Forse un po’ pesantino un’ora e mezza di monologo sinceramente, ma si trattava di tematiche molto profonde che non falliscono mai nel mantenere l’attenzione del pubblico.”

Articolo scritto dalla referente del progetto Barbara Rotondo.