Convittori e Convittrici

Nuova avventura teatrale per i convittori!

Se fino ad ora i nostri ragazzi negli anni sono stati entusiasti spettatori di fronte a variegate rappresentazioni teatrali, ora hanno raccolto la sfida proposta dal Ce.D.A.C Sardegna di passare dall’altra parte della scena, sul palcoscenico.

Quindici giovani convittori, dai 14 ai 18 anni, hanno così aderito al Progetto T-Challenge, una vera e propria sfida teatrale alla quale prenderanno parte altri sei istituti superiori di Cagliari (Siotto, Meucci, Pacinotti, Michelangelo, Giua, Euclide).

Ad ogni scuola è stato assegnato un regista professionista che accompagnerà le varie “compagnie” in un percorso di circa cinque mesi durante i quali guiderà gli studenti in un lavoro articolato finalizzato alla messa in scena di uno spettacolo che sarà rappresentato il prossimo maggio nella sala del Minimax del Teatro Massimo di Cagliari, spettacolo aperto al pubblico, con tanto di giuria formata da giornalisti e da altri registi .

Gli studenti che vivono in Convitto hanno iniziato i loro incontri martedì 6 dicembre accompagnati dalla referente del progetto, Barbara Rotondo e avranno luogo a cadenza settimanale. L’incipit è stato molto promettente in quanto i ragazzi si sono da subito messi in gioco rispondendo con curiosità, impegno e creatività alle attività proposte dal regista Francesco Civile, interessato in questa prima fase a curare il clima di rispetto e ascolto reciproco fra i ragazzi al fine di stimolarli a diventare un gruppo coeso.

Ma ecco le prime impressioni di una convittrice: “Ho deciso di rivolgere me stessa verso qualcosa che non sia la solita realtà quotidiana, e di conoscere meglio delle persone, nelle quali non ho mai provato a immedesimarmi. È necessario un regista che guidi l’incastrarsi delle persone: dimenticano per due ore il loro “io” per vivere la realtà altrui. C’è differenza tra sentire una storia e ascoltarla: nella seconda situazione l’energia è maggiore. Il teatro è insieme di energie: più se ne mescolano, maggiore sarà l’ascolto che le persone danno e ricevono. Ascolto di suoni che tutti emettiamo in armonia: ognuno è necessario e legato alla nuova realtà, che si crea al corso di teatro. Ho provato questo in poche settimane, grazie agli incontri con Francesco. È davvero raro percepire un equilibrio con chi differisce da me.”

Articolo scritto da Barbara Rotondo