5 marzo 2020. E’ passato un anno da quel giorno in cui in pochi minuti le aule si sono svuotate e i corridoi della scuola son diventati inaspettatamente silenti. Ma la voglia di vivere e gioire, studiare e riflettere e esprimere le personalità individuali o di gruppo ha ben presto assunto altre vesti.
E’ stato così che i ragazzi dell’allora 2^ B della scuola secondaria di primo grado, insieme al loro educatore Peppino Mureddu, si son chiesti come esorcizzare la quarantena e se fosse possibile dare un senso a quel periodo surreale fatto solo di contatto a distanza. Nasce quindi l’idea di scrivere dei racconti che a leggerli tutti attentamente riflettono ansie, paure e speranze di quei giorni.
Il 5 marzo 2021 ad un anno dalla pandemia in Italia, il Convitto Nazionale ha deciso di pubblicare quei racconti e farne dono alla classe e a tutti noi. Nel grande gazebo del cortile di via Pintus, riscaldati dal tiepido sole di marzo, i ragazzi hanno ricevuto la loro copia dal Rettore Paolo Rossetti, che ha sottolineato lo sforzo di resilienza che hanno compiuto per rompere l’isolamento forzato e restare vicini, trovando il modo di reagire costruttivamente. Come ha sottolineato poi, è evidente come il fulcro di tutti i racconti siano due punti fondamentali dell’esistenza, amplificati proprio dalla quarantena: il rispetto dell’ambiente e la solidarietà per abbattere muri e disuguglianze’.